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Missione - missione

socio-familiari, di contrasto alla povertà,  della non-autosufficienza, della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, delle politiche abitative, delle politiche per il lavoro,  per lo sviluppo e per l’occupazione, soprattutto di donne e giovani, della formazione, del rilancio degli investimenti con la fiscalità di vantaggio, per le infrastrutture e per la logistica. Promuovere responsabilità e solidarietà, attraverso l’azione comune su specifici progetti, allargare la cooperazione anche con altre espressioni organizzate della società civile, l’associazionismo, gli enti, il volontariato, il terzo settore, mediante l’approccio bottom-up -a partire  dal principio di sussidiarietà che riconosciamo centrale e alla base del nostro agire -, costruisce coesione contro la frammentazione sociale ed è sintomo di una umanizzazione che si configura come antitodo ai gravi processi di alienazione sul lavoro e nella vita sociale dei quartieri e delle città. Passando attraverso la coerente lettura antropologica dei bisogni della comunità, si diviene artefici di una nuova progettualità sociale ed operatori di marketing territoriale, con la consapevolezza che il baricentro di ogni forma di sviluppo industriale, sociale, culturale ed umano è localizzato nel focus del territorio. L’impulso endogeno, il localismo e le iniziative di prossimità all’interno della Provincia consentiranno il superamento dei confini per la conquista di nuovi orizzonti, nella moderna prospettiva della globalizzazione.  Interveniamo per costruire  una società a pluralismo convergente, dove il dialogo ed il confronto costruttivo e propositivo hanno piena cittadinanza .

 

Riproporre e riattualizzare il pro­filo profetico che qualifica la dottrina sociale della Chiesa, dalla Rerum Novarum di Leone XIII alla Gaudium et spes, dal Concilio ecumenico Vaticano II, alla Populorum progressio di Paolo VI, alla Centesimus annus di Giovanni Paolo II, fino all’ultima enciclica di papa Benedetto XVI “Caritas in Veritate”, è il compito che ci attende.

 

In particolare, è opportuno sottolineare la  spinta propulsiva recata dalla promulgazione della lettera enciclica Caritas in Veritate sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità. In essa, il Papa invita infatti a un nuovo “slancio di pensiero” (cf. n. 53) e a una “nuova sintesi umanistica” (n. 21), che ci mettano in grado di affrontare con speranza e realismo le ingenti sfide con le quali il nostro tempo c’interpella. Affinché ciò si realizzi, Benedetto XVI sollecita a impegnarsi “per far interagire i diversi livelli del sapere umano” (n. 30), in quanto “l’eccessiva settorialità del sapere, la chiusura delle scienze umane alla metafisica, le difficoltà del dialogo tra le scienze e la teologia sono di danno non solo allo sviluppo del sapere ma anche allo sviluppo dei popoli” (n. 31). In realtà – egli precisa – “il sapere non è mai solo opera dell’intelligenza (...) ma se vuole essere sapienza capace di orientare l’uomo alla luce dei principi primi e dei suoi fini ultimi, deve essere ‘condito’ con il ‘sale’della carità” (n. 30).

 

Il sottosviluppo ha una causa ancora più importante della carenza di pensiero: è la mancanza di fraternità tra gli uomini e tra i popoli. La società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli.

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