S.A.LE. A TODI 2
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Amare, come insegna il Papa, è fare ciò che è giusto e anche di più. “La giustizia è inseparabile dalla carità, intrinseca ad essa (…) la misura minima di essa (…). La carità esige la giustizia (…) supera la giustizia e la completa nella logica del dono e del perdono. La città dell’uomo non è promossa solo da rapporti di diritti e doveri, ma ancor più e ancor prima da relazioni di gratuità, di misericordia e di comunione” (Caritas in Veritate, 6)
Infine “solo se abbiamo Dio nel cuore, siamo in grado di cogliere nel volto dell’altro un fratello in umanità, non un mezzo ma un fine, non un rivale o un nemico, ma un altro me stesso, una sfaccettatura dell’infinito mistero dell’essere umano” (Benedetto XVI)
La maggiore forza a servizio dello sviluppo è quindi un umanesimo cristiano, che ravvivi la carità e si faccia guidare dalla verità, accogliendo l’una e l’altra come dono permanente di Dio. La disponibilità verso Dio apre alla disponibilità verso i fratelli e verso una vita intesa come compito solidale e gioioso.
L’umanesimo che esclude Dio è un umanesimo disumano.
Solo se Dio trova un posto anche nella sfera pubblica, con specifico riferimento
alle dimensioni culturale, sociale, economica e, in particolare, politica, l’uomo potrà realizzare compiutamente il bene proprio e quello degli altri, rendendosi artefice concretamente dello stato di felicità personale e comunitario . La dottrina sociale della Chiesa è nata,anche, per rivendicare questo « statuto di cittadinanza » della religione cristiana.
Occorre dare vita ad un circolo virtuoso. Difatti avvertiamo che la fede non viene più concepita e vissuta come un percorso di conoscenza di una realtà presente, e questo ci rende deboli e confusi come tutti. Constatiamo che la vita pubblica si impoverisce di motivazioni e senso di responsabilità e la politica,privata dei congeniali slanci ideali, assume un volto opprimente e aggressivo. La ragione ha sempre bisogno di essere purificata dalla fede, e questo vale anche per la ragione politica, che deve essere ispirata e mettersi al servizio esclusivamente del bene comune. A sua volta, la religione ha sempre bisogno di venire purificata dalla ragione per mostrare il suo autentico volto umano. La rottura di questo dialogo comporta un costo molto gravoso per lo sviluppo dell’umanità.
La pienezza dello Spirito e dei doni è nella Chiesa, non nel singolo credente.
Se infatti noi amiamo l’unità e ci teniamo uniti ad essa, quello che ognuno in essa ha, o fa, è anche nostro, lo facciamo anche noi. Apparteniamo infatti a quel corpo che è povero e che si prende cura dei poveri e deboli. “bandisci l’invidia – diceva sant’Agostino – e sarà tuo ciò che è mio, e se io bandisco l’invidia sarà mio ciò che possiedi tu”.